edizioni

Johann Joackim Winckelmann
Pensieri sull'Imitazione
A cura di Michele Cometa
Palermo, Aesthetica Edizioni 2001, 152 pp., L. 35.000

Nel giugno del 1755 un oscuro bibliotecario di provincia, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768), pubblicò a Dresda a proprie spese, in una tiratura di appena 50 esemplari, un anonimo e minuscolo libretto dal titolo Pensieri sull'Imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura. Questo breve testo incontrò subito un'enorme fortuna, tanto da circolare addirittura in copie manoscritte, e divenne in breve famoso in tutta Europa. Darà impulso alle più potenti speculazioni dell'epoca: Mendelssohn, Lessing, Herder e Goethe lo idolatreranno come un classico; e persino gli acerrimi nemici del classicismo weimariano, come Heinse o Hirt, non poterono fare a meno di confrontarsi con Winckelmann. Né si sottrassero ad un doveroso omaggio i grandi del Romanticismo e dell'Idealismo filosofico, da Moritz a Schelling, da Schlegel a Hegel. Ma cosa rese - e rende tutt'ora - tanto ammaliante la minuscola "opera prima" di Winckelmann? Il fatto che nei Pensieri sull'Imitazione, e ancor più nel Commento che ad esso Winckelmann fece seguire a distanza di un anno, parla il "grecista" e il filosofo che impostano il modello di un'utopia estetica cui faranno riferimento intere generazioni successive; l'antiquario raffinato; lo storico dell'arte che ha saputo trapiantare in Germania la trattatistica italiana, francese e inglese, inventando la storia dell'arte in senso moderno; e infine il dilettante, amico del pittore Adam Friedrich Oeser, studioso attento alle tecniche degli artisti. Queste molteplici componenti, che fecero definire opera "bizzarra e barocca" (Goethe) i Pensieri di Winckelmann, contribuirono in realtà a creare l'humus teorico per la grande stagione del Classicismo tedesco e più in generale dell'epoca Neoclassica. Già presentati per la prima volta in italiano in questa collana (1992) insieme all'indispensabile Commento, e corredati da un esaustivo apparato esegetico, critico e bibliografico magistralmente curato da Michele Cometa, i Pensieri sull'Imitazione sono ora riproposti in una riedizione che migliora e aggiorna la prima.

 

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