32/2005
Studi di Estetica
III serie
anno XXXIII, fasc. II

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per Paolo Bagni

Il 16 gennaio 2006 la nostra rivista ha perduto uno dei suoi primi e più attivi animatori: uno strappo crudo, improvviso, impensabile. Per molti di noi Paolo non era solo uno studioso di vaglia assai apprezzato per le sue ricerche, ma anche un amico di antica data che forse avremmo desiderato sottrarre, più di quanto non ci sia riuscito di fare, a un suo qualche riserbo, e quasi forzata difesa, dei sentimenti. Certo, questa sua discrezione si scioglieva poi repentinamente, magari nel tratto cordialmente vivace, "emiliano", di una battuta gioviale o ironica, ma non senza che a un occhio amichevolmente disposto non sembrasse di cogliere, a volte, un fondo di contrastato pessimismo, una sorta di trattenuta e un po' malinconica espansività celata dietro l'apparentemente risentita determinazione dell'uomo.

Nato nel 1943, Paolo Bagni si era laureato nel giugno del 1967 con una tesi di estetica medievale che, con alcune integrazioni, pubblicò l'anno successivo nella collana "Studi e ricerche" della Facoltà di Lettere e Filosofia, edita da Zanichelli, sotto il titolo La costituzione della poesia nelle artes del xii-xiii secolo . Nei ringraziamenti del caso, anteposti al testo, oltre al dovuto omaggio a Carlo Del Grande allora preside della facoltà, Bagni ricordava, naturalmente, Anceschi: "il cui insegnamento - si legge - ha per me aperto lo spazio per questa ricerca, e che ha stimolato, sorretto e guidato il mio lavoro", e, subito dopo, il "Dott. Emilio Mattioli che con solerzia pari alla competenza, esaminò tutto il manoscritto, segnalandomi sviste e imprecisioni" (con Nanni Scolari, di cui ancora lamentiamo la dram­matica, prematura scomparsa, Mattioli è stato, ed è rimasto negli anni, un punto di riferimento importante per Bagni).

Questi, dunque, gli inizi. Se posso aggiungere un minimo ricordo personale di quegli anni, mi torna in mente una cartolina scherzosa che una domenica del 1970, credo, scrivemmo insieme (ci conoscevamo da poco) al comune maestro Anceschi dalla caserma, a Scandicci, dei "Lupi di Toscana" dove lui stava terminando, e io avevo da non molto iniziato, il servizio di leva: "aprile è il più crudele dei mesi..., caro professore non si dimentichi di noi..." dicevamo pressappoco (non era affatto aprile, ma il riferimento a The Waste Land - che fu proprio lui a suggerire - ci parve in quel momento, e in molti sensi, appropriato). Di fatto, non fummo dimenticati.

Paolo Bagni, prima assistente (dal 1972), poi docente di Estetica (dal 1974), passato alla titolarità di Poetica e Retorica (dal 1987) e, per ultimo, ordinario della stessa disciplina nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne di Bologna (dal 2001), è stato per molti anni presidente dell'Istituto "Antonio Banfi", ha diretto importanti collane editoriali, coordinato numerosi gruppi di ricerca, collaborato con varie riviste. Rinviamo ad altra e più distesa occasione, com'è negli auspici di amici e colleghi, una più esauriente rassegna e memoria del suo lavoro scientifico e della sua figura di studioso, e tuttavia dobbiamo almeno ricordare, qui, che già nel primo numero di "Studi di estetica" (uscito nel 1976) fu pubblicato un suo articolo significativo, Res ficta non facta. Il campo concettuale del commento . Seguirono poi, negli anni, sempre nella medesima sede, una dozzina circa di saggi e interventi, rappresentativi dei suoi interessi: dall'estetica del positivismo a quella del primo Novecento, dalla teoria dei generi, ai problemi retorici e della letterarietà, ecc. Da sempre nel comitato di redazione di "Studi di estetica", Paolo Bagni curò anche due bei fascicoli monografici sulla Lettura (nn. 3/4 e 5, 1991), un tema, quest'ultimo, di grande presa e che era molto nelle sue corde. Si deve aggiungere che all'arricchimento della nostra rivista egli ha ulteriormente contribuito proponendo e sostenendo la pubblicazione dei lavori di molti giovani studiosi che, in diversi modi e tempi, a lui hanno fatto capo per le loro ricerche.

Dopo alcune raccolte di saggi e volumi miscellanei, che testimoniano della continuità dei suoi interessi entro l'orizzonte generale dei problemi della retorica e della sua storia, e dopo la pubblicazione della monografia Genere (1997), con il volume Come le tigri azzurre, edito dal Saggiatore (2003), ha avuto un esito organico un lungo e intenso lavoro di riflessione sui temi del cliché e del "luogo comune". Da parte di attenti lettori, si è giustamente parlato in termini di "rigoroso impianto metodologico" e di "finezza argomentativa delle sue interpretazioni". Quanto a noi, possiamo aggiungere che negli ultimi tempi Bagni andava sempre più manifestando - lo diciamo con le sue stesse parole - "una nuova attenzione al tema della memoria, in cui confluiscono i motivi della citazione, della metafora, della crisi della traduzione e dello statuto culturale della scrittura".

Scrittura, citazione, memoria...

Un amaro rimpianto di Paolo ci accomuna tutti, e sia lecito, qui, parteciparlo alla moglie Carla e ai suoi cari. Questo numero di "Studi di estetica" gli è dedicato, come è dedicato alla memoria di Luciano Anceschi e di Emilio Garroni che furono per tanti di noi, non solo "bolognesi", in molti e diversi modi, maestri e amici. T acet, per qualsiasi strumento...

(F.B.)

 

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